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Fin

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.Syn.
view post Posted on 17/4/2017, 23:42





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Nome: Phoenix. | Secondo nome: Mia.
| Cognome: Kane. | Soprannome: Fin. |
Data di nascita: 31 dicembre 1997. | Età: 19 anni.
| Stato di sangue: Purosangue.



Segni particolari: Presenta ustioni di quarto grado sul 70% del corpo, provocate dall'esplosione di un ordigno magico. I guaritori hanno impiegato ore di lunghe operazioni e mesi di straziante convalescenza per salvarle la vita, e nonostante siano trascorsi ormai diversi anni dall'incidente il dolore non accenna ancora a passare; le abilità muscolari e motorie delle gambe sono state irrimediabilmente danneggiate, così come la vista di entrambi gli occhi e la sensibilità delle mani. È per questo che Fin nasconde con incantesimi trasfiguranti quei segni per la maggior parte del tempo, quando accetta di tenere addosso la sua vera pelle è costretta a sopperire a limitazioni di movimento e vere e proprie torture per il dolore fisico. È inoltre ambidestra, e possiede una memoria iconica.

Bacchetta: 11 pollici, abete, cenere di fenice nel nucleo, molto rigida.
Gerbold Octavius Olivander, ha sempre definito quella di abete 'la bacchetta del sopravvissuto', perché l'aveva venduta a tre maghi che, in seguito, avevano superato indenni un pericolo mortale. Senza dubbio questo legno, provenendo dall'albero più resistente in assoluto, crea bacchette che richiedono ai loro legittimi proprietari un potere stabile e propositi fermi, mentre sono uno strumento scarso nelle mani di una persona indecisa e incostante. Le bacchette di abete sono particolarmente adatte alla Trasfigurazione e preferiscono un padrone dal comportamento deciso, determinato e, di quando in quando, intimidatorio.

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Scuola: Ilvermorny. | Ex-casa: Tuono Alato.
| Materie preferite: Pozioni, Erbologia, Trasfigurazione.
| Materie odiate: Incantesimi, Duelli, Divinazione.



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Allineamento: Neutrale Puro (N): l'Indeciso o l'Equilibrato, si comporta sempre secondo il suo istinto e le sue conoscenze, senza costrizioni o pregiudizi. Considera il bene migliore del male, ma non si sente obbligato a perseguire il bene in modo universale. Talvolta i personaggi che manifestano tale allineamento considerano gli estremi (legge/caos, bene/male) come dannosi e cercano di mantenere quello che percepiscono come un sano equilibrio. Nella loro particolare ottica la neutralità viene interpretata come manifestazione dell'equilibrio presente in natura e/o del comportamento istintivo (il leone per sopravvivere deve uccidere la gazzella; non lo fa per sadismo, è la sua natura).

Competenze magiche: Le abilità per Fin si limitano all'essenziale, praticamente all'unica vera passione che ha sempre dominato ogni panorama della sua vita: le pozioni. Le sue dita sanno assemblare anche i più complessi composti, così come i suoi occhi ed il suo olfatto sanno riconoscere le erbe più rare. Gli ingredienti e le ricette non sembrano avere segreti per la sua mente attenta, e non esiste provetta che Fin
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non sappia sezionare e scomporre con perfezione maniacale. Con lo stesso zelo, la giovane ha dovuto potenziare le competenze trasfiguranti, ad oggi non saprebbe letteralmente sopravvivere senza. Riesce infatti a sopportare il fardello delle ustioni solo nascondendole dall'epidermide con qualche incantesimo a medio-lungo termine. D'altro canto scarseggia in ogni tipo di incantesimo mentale, è pericolosamente pessima nella smaterializzazione, e non è in grado di evocare neanche un banale incantesimo domestico. I duelli non sono mai stati il suo forte, ma si può affermare con certezza che la difesa sia per lei molto più agevole di ogni potenziale attacco.

Cosa ama: Essendo stata marchiata dal fuoco, oggi Fin nutre una particolare predilezione per tutto ciò che è freddo. Le piace l'inverno, la neve, i brividi sulla carne alle basse temperature, ed è letteralmente innamorata delle baite di montagna, tutte quelle abitazioni in legno poste fuori dalla civiltà e protette solo da pareti rocciose. È certa di volersene comprare una, non appena la situazione finanziaria glielo permetterà. È vittima dei più distruttivi vizi: caffè, alcool, cibo spazzatura e sigarette costituiscono basi solide nella sua quotidianità; con moderazione, ma altresì con costanza. Adora l'attività fisica, quella più estrema, sforzare i muscoli
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fino all'impossibile riesce a farla sentire ancora viva e padrona del proprio corpo; quando le cicatrici glielo permettono si dedica dunque a sessioni intensive di corsa, sollevamento pesi, e kickboxing. Le piace poi dormire fino a tardi, poter contare su un'indipendenza organizzativa che le permette di non avere orari od obblighi di alcun tipo; persino nel suo lavoro – forse la sua passione più grande – Fin ha bisogno di completa ed incondizionata libertà di pianificazione.

Cosa odia: Boston, indubbiamente, è il nido principale in cui Fin ha riposto la gran parte del suo odio. Nella città in cui la sua famiglia continua indisturbata ad operare, dopo aver sterminato indistintamente altri esseri umani per soli scopi di lucro, la giovane Kane non riesce neanche più a respirare senza inalare puro rancore. È ai suoi genitori, ed a tutti i fratelli maggiori mai ribellatisi ad essi, che lei rivolge ogni goccia di risentimento, senza alcun possibile margine di perdono. Detesta poi il proprio riflesso, tanto da aver rotto e poi rimosso ogni possibile superficie riflettente dalla sua vita; non riesce più a riconoscersi allo specchio, da quando il fuoco l'ha segnata, e non riesce a provare altro che pietà per i suoi nuovi tratti distorti. Chiaramente non sopporta il calore eccessivo, il contatto del sole sulla pelle, e tutto ciò che le riporti alla mente anche solo vagamente lo strazio provato durante l'incendio. Non ama sentirsi inferiore,
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il sarcasmo la irrita, e diventa facilmente insofferente a chi parla troppo. Non è pratica dei mezzi di trasporto magici, li trova poco affidabili ed insicuri, ed in ultimo prova una sana e radicata antipatia nei riguardi dei figli di papà, tutti quegli individui che non hanno fatto nulla per guadagnarsi i lussi di cui tuttavia usufruiscono.

Lavoro: Pozionista su commissione.

Carattere: Il perno fondamentale di tutta la personalità di Fin è senza dubbio la resistenza. Quella morale, ancor prima di quella fisica, è come se la sua coscienza si rifiutasse di cedere persino nelle situazioni più estreme, ostinata a restarsene aggrappata alla vita anche quando questa tenta in ogni modo di sbranarla. È sopravvissuta ad un'esplosione, a un incendio, e persino alle ceneri che ne sono seguite, il tutto senza davvero mai arrivare ad impazzire. Le esperienze l'hanno resa indipendente ed autosufficiente in ogni aspetto della vita, da quelli materiali a quelli più intimi, è infatti quasi impossibile vederla o sentirla chiedere l'aiuto di qualcuno. Diffidente, ha nascosto ogni brandello di vulnerabilità dietro ad una costante e solida aggressività: attacca prima di essere attaccata, ancor più se si sente in qualche modo minacciata nelle sue debolezze. La consapevolezza delle proprie abilità l'ha portata col tempo a costruire un'inconsapevole saccenza sopra ad ogni ambito che riguardi pozioni e miscele, è estremamente difficile per lei ammettere una mancanza in materia, ed è sempre disposta a qualunque scontro pur di affermare le proprie ragioni. Sa adattarsi in modo eccellente ai cambiamenti, pensa poco ed agisce troppo spesso d'impulso, ma non è solita soffermarsi ad analizzare le proprie azioni né tanto meno a pentirsene.

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Storia: Ultimogenita di quattro fratelli, ed unica femmina di una prole dall'eredità maledetta, Phoenix nacque nella periferia di Boston, all'ombra di alti palazzi e protetta da mura familiari dalla spiccata e solida riservatezza. Pozionisti da generazioni, i Kane non sono mai stati particolarmente interessati alla notorietà, ma le casse dei tesorieri di famiglia hanno sempre registrato incassi vertiginosi grazie ai traffici sul mercato nero.
Come i suoi fratelli prima di lei, ed ancora i suoi genitori e gli avi più antichi, anche Fin crebbe respirando gli eterogenei profumi del laboratorio, arrivando a conoscere nomi e caratteristiche di centinaia di erbe quando i suoi coetanei imparavano le prime tabelline. L'istruzione ad Ilvermorny confermò poi le inclinazioni mostrate dalla giovane fin dalla più tenera età, facendo spiccare eccellenze notevoli nelle discipline più affini alla sua vocazione, e gravi insufficienze invece sul fronte delle materie da esse più lontane. Il diploma venne conseguito a fatica, mentre Fin era già una degna collaboratrice dell'impresa familiare, esattamente alla pari dei parenti più anziani.
Non perse neanche tempo a valutare alternative professionali, spalancò piuttosto le porte alla formazione specialistiche che l'avrebbe resa presto una qualificata pozionista a tutti gli effetti.
Pur essendo parte integrante di quella fruttuosa macchina di guadagni che era l'impresa di famiglia, Fin – come tutti i più giovani – venne strategicamente tenuta fuori dalle dinamiche più losche degli affari: regolamento di conti, concorrenza, debiti non saldati... Nessuno le spiegò come funzionava la giustizia, per i Kane, né lei sembrò mai
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davvero interessarsene. Si sarebbe resa presto conto di quanto fosse stato sbagliato, da parte sua, quello spicchio di voluta ignoranza, più precisamente quando sarebbe stata chiamata ad unirsi ad un vero e proprio plotone d'esecuzione.
Quella dei Wallace era una macchia imperdonabile sul panorama di successo e perfezione dei Kane. Rivali da generazioni nel mercato nero di veleni e distillati di Boston, i competitori sembravano infine aver guadagnato troppo terreno nel business condiviso: il problema andava dunque eliminato alla radice. Le ore di lavoro così aumentarono, e quelle di sonno si ridussero all'essenziale, finché l'ordigno che avrebbe riportato il lustro ai Kane non venne ultimato.
Del tutto ignare della missione che sarebbe andata ad affrontare, Phoenix venne incaricata di posizionare la pozione esplosiva nella casa, e dunque di innescarla, quindi uscire e lasciare alle fiamme l'ingrato compito di ripulire il piano lavorativo dagli indesiderati concorrenti. Non poteva immaginarlo, Fin, che quella casa era occupata da esseri umani, tra cui donne e bambini, ignari almeno quanto lei dell'inferno che di lì a poco li avrebbe divorati. La consapevolezza arrivò con qualche secondo di ritardo rispetto all'esplosione, quando le urla già impregnavano l'aria già tersa di fumo, ma non bastò a sventare o anche solo a rallentare gli effetti di quell'orrore.
Si presupponeva che Fin fuggisse, in effetti a quel punto del lavoro avrebbe già dovuto trovarsi sulla via di casa, ma l'agghiacciante certezza di aver appena avviato l'esecuzione mortale di tutte quelle persone la paralizzava, inibendo persino il più elementare istinto di sopravvivenza. Tentò quindi l'impossibile per ricavare una via di fuga in
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quello che era ormai solo un agglomerato irrespirabile di fiamme, gettò il proprio cappotto addosso al più piccolo dei presenti, e si impegnò a trascinare una giovane donna verso una parete che provò poi ad abbattere con qualche incantesimo. Niente da fare, quel colpo era stato pianificato alla perfezione, dunque ogni uscita adesso si rivelava miseramente bloccata.
La coscienza la abbandonò senza che lei riuscisse a capacitarsi di quegli ultimi, drammatici, istanti. La sua carne cedeva gradualmente alle ustioni, ma il dolore più grande non aveva nulla a che fare con le bruciature. Quando infine perse i sensi, sconfitta dal fumo e dall'autodifesa di un corpo che voleva sopravvivere, la gran parte dei presenti era ormai già morta.
Al risveglio poté solo scrollarsi di dosso le ceneri, scavalcare cadaveri e macerie, ed osservare atterrita lo scempio che le sue stesse mani avevano compiuto. Si trascinò fuori dalla casa rasa al suolo ed attese l'arrivo dei soccorsi, rendendosi conto solo in quel momento del fatto che nessuno dei suoi sembrava essere tornato per lei. Mani esperte la curarono, un miracolo la salvò, ma quando l'agonia ospedaliera si interruppe restituendola alla vita, nell'animo di Phoenix Kane non era rimasto altro che vuoto.

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Curiosità:
-Porta sempre al collo un ciondolo a forma di fenice, una sorta di origami di latta.
-Si tiene sempre a distanza di sicurezza dagli specchi, o altre superfici riflettenti.
-Non sopporta l'idea di invecchiare.
-Nelle giornate peggiori, quando il dolore si fa più limitativo, è costretta a sorreggersi a due stampelle.
-Vorrebbe andare nello spazio, prima di morire.
-Non sa cucinare, ma se la cava molto bene nell'assemblaggio di cocktail.

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Prestavolto: Lindsey Morgan.





Edited by .Syn. - 5/5/2017, 17:38
 
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